Sindrome infiammatoria da immunoricostituzione nella leucoencefalopatia multifocale progressiva associata a Natalizumab
Uno studio ha valutato gli esiti dei pazienti con sclerosi multipla e leucoencefalopatia multifocale progressiva ( PML ) e sindrome infiammatoria da immunoricostituzione ( IRIS ), associata a Natalizumab ( Tysabri )
Sono stati rivisti i report MedWatch riguardanti tutti i 42 casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva associata a Natalizumab dalla sua reintroduzione e fino a marzo 2010.
Tutti i pazienti con leucoencefalopatia multifocale progressiva associata a Natalizumab, tranne 2, sono stati gestiti con l’interruzione della somministrazione di Natalizumab e mediante plasmaferesi / immunoassorbimento.
In totale, 17 pazienti hanno mostrato un aumento del segnale di contrasto delle lesioni di leucoencefalopatia multifocale progressiva con tecniche di neuroimaging al momento della diagnosi prima dell’interruzione / rimozione di Natalizumab ( leucoencefalopatia multifocale progressiva e sindrome infiammatoria da immunoricostituzione precoci ) e 23 pazienti hanno sviluppato aumento del segnale di contrasto dopo interruzione / rimozione di Natalizumab ( leucoencefalopatia multifocale progressiva e sindrome infiammatoria da immunoricostituzione tardive ).
Tutti i pazienti hanno sviluppato sindrome infiammatoria da immunoricostituzione.
La sindrome infiammatoria da immunoricostituzione è stata definita come un peggioramento dei deficit neurologici durante la ricostituzione immunitaria in seguito a interruzione di Natalizumab, corroborata da cambiamenti infiammatori visibili al neuroimaging.
In seguito a plasmaferesi / immunoassorbimento, la carica virale JC nel liquido cerebrospinale è aumentata di oltre 10 volte nei pazienti con leucoencefalopatia multifocale progressiva e sindrome infiammatoria da immunoricostituzione precoci, ma meno di 2 volte nei pazienti con leucoencefalopatia multifocale progressiva e sindrome infiammatoria da immunoricostituzione tardive.
La sindrome infiammatoria da immunoricostituzione si è sviluppata prima ed è risultata più grave nella leucoencefalopatia multifocale progressiva e sindrome infiammatoria da immunoricostituzione precoce ( p inferiore a 0.05 ).
All’ultimo follow-up, tutti i pazienti hanno mostrato un punteggio alla scala EDSS ( Expanded Disability Status Scale ) peggiore, ma questo è risultato più alto nei pazienti con leucoencefalopatia multifocale progressiva e sindrome infiammatoria da immunoricostituzione precoci rispetto a quelli con leucoencefalopatia multifocale progressiva e sindrome infiammatoria da immunoricostituzione tardiva ( p maggiori di 0.05 ).
La mortalità è risultata comparabile tra i 2 gruppi, 29.4% vs 21.7%.
La terapia con corticosteroidi durante la sindrome infiammatoria da immunoricostituzione precoce è risultata associata a miglior esito alla scala EDSS ( p inferiore a 0.05 ).
In conclusione, un rebound immunologico precoce nella leucoencefalopatia multifocale progressiva associata a Natalizumab era correlato a esito neurologico e sopravvivenza peggiori.
L’uso di plasmaferesi / immunoassorbimento potrebbe accelerare la sindrome infiammatoria da immunoricostituzione e il suo impatto sull’esito finale non è chiaro.
La terapia con corticosteroidi apporta un beneficio modesto e deve essere studiata in modo sistematico e controllato nella gestione della leucoencefalopatia multifocale progressiva e sindrome infiammatoria da immunoricostituzione associate a Natalizumab. ( Xagena2011 )
Tan IL et al, Neurology 2011; 77: 1061-1067
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